Serata sola coi bambini. Nel bel mezzo di un concentrato di giorni pesanti, una vera chicca. Roba che vedi il letto e ti fermi ad ammirarlo con lo stesso desiderio di Audrey Hepburn davanti alla vetrina di Tiffany.
Giochi sul tappeto, cavalluccio sulle spalle, nascondino, urla nella tenda e vai di batteria, il piccolo che si chiude le dita nel cassetto, il grande che smonta la cucina, un cartone, insomma avventure e disavventure di routine. Inizio a prepararli per la nanna.
Li porto a lavare i denti, cambio Davide e lo metto a leggere, poi cambio Claudio e lo metto a leggere. Lavaggio nasino a entrambi, che momenti. Poi latte al piccolo che distratto dal fratello non vuole bere. Capricci, latte versato, io che voglio piangere sul latte versato. A mali estremi estremi rimedi, vado di video del coccodrillo. Claudio beve con le immagini della canzone e il sottofondo di Davide che gli dice: tranquillo, dai, è bello bere il latte. Andiamo in cameretta, leggiamo un libro, accendiamo la lucina e racconto loro la storia della giornata. A quel punto nanna. Devo tenere Claudio in braccio perché il suo lettino è in camera nostra e maledico la mancanza di ubiquità. Claudio scalpita, scomodo ed esausto. Lo metto nel lettino con Davide e mi allungo per la manina a entrambi pregando che non si tirino calci.
E lì… la ricompensa.
L’attimo in cui ti riconcili col mondo. Claudio si addormenta prendendo la mano di Davide e Davide accarezzandogli il viso. La macchina fotografica era senza batteria, il cellulare scarico non mi faceva usare il flash e sì, per fare la foto ho acceso la luce rischiando di svegliarli.
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