Sabato scorso ho fatto il paggetto ad Anna e Michele. Mi sono messo una camicia che ho scelto io e i pantaloni blu. Mi sono guardato allo specchio e sinceramente ero proprio carino.
Ero emozionatissimo, infatti mi pizzicavo le guance come faccio sempre quando sto agitato. È che io ero felice di accompagnare Anna da Michele e di portare gli anelli perché a loro voglio un sacco di bene, però sono timido e lì c’era troppa gente a guardare.
Comunque è stato bello camminare con Adriana, io le davo la mano perché è piccolina. Infatti mi è dispiaciuto un po’ quando l’ho lasciata sola a metà strada: non vedevo più mamma. Dovevo correre da lei, Adriana se ne farà una ragione.
Io invece non riesco proprio a capire perché mamma e papà non mi hanno fatto fare il paggetto. Capisco Claudio che sarebbe capace di scappare con le fedi ridendo. Ma io mamma l’avrei accompagnata fino alla fine. Sicuro.
Loro dicono che noi non c’eravamo ancora, per questo non ci siamo nelle foto, però che vuol dire? Quando io gioco a cucù bà nessuno mi vede, ma ci sono. Secondo me è lo stesso.
Eravamo nascosti dietro la tenda che si muove col vento, o nell’angolo buio della loro casa o forse sotto un cuscino dove si sogna. E quando vivevano nella bettola umida so che eravamo con loro, perché giocavano sempre a un videogioco la sera. E quando sono andati a vivere a casa nuova eravamo lì mentre ascoltavano la musica nel giradischi che ora non c’è più se no lo rompevamo. E quando mamma ha perso il lavoro, quando papà ha perso il papà ed era triste e mamma anche era triste perché era la seconda volta che perdeva il papà, e quando hanno perso la pazienza, quando hanno perso degli amici, quando hanno perso il silenzio e hanno urlato. Eravamo lì perché alla fine del nascondino, è noi che hanno trovato. E pure tutte le notti, quando avevano voglia di cullare Claudio che aveva mal di pancia o me che avevo mal di denti, non li abbiamo lasciati mai soli. Nemmeno quando avevano paura di perdersi loro.
Oggi è la festa di mamma e papà, e stavolta nelle foto ci siamo pure noi.
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