È stato forte quando mamma mi ha chiesto perché mio fratello avesse in bocca il ciuccio e io no. Sono stato bravo a rispondere: io sono grande e a lui stanno uscendo ancora i dentini. È stato forte pure quando abbiamo giocato a vedere tutti i denti che ho. E quando ho visto che il mio ciuccio per la nanna era rotto e l’ho buttato, fortissimo. Sono proprio grande. E poi quando siamo andati a comprare un libro nuovo da leggere prima di dormire, beh quello è sempre bellissimo. È stato quando mi sono messo a letto che ho capito. Mi sono fatto fregare.
Ho pianto tanto, tantissimo, ho pianto forte e ho pure urlato. Mamma era calma e questo fatto era assurdo perché io stavo male. Mi sentivo come Topolino senza casa, come Pimpa senza Armando, come Peppa senza la pozzanghera e senza mamma che alza gli occhi davanti a Peppa che salta nella pozzanghera. Impossibile.
Il giorno dopo già non piangevo più, però ho chiesto se dovessi dire addio pure a Paperino e no, lui resta con me. Allora, per capirci subito, queste sono le cose a cui non voglio mai dire addio, neanche quando divento grandissimo:
- I libri con le storie belle
- La mano di mamma e papà quando ho paura
- Fare tutto quello che voglio. Basta dire che è “per finta”
- Le coccole
- La faccia di mamma quando sono riuscito a fare una cosa difficile
- Lo specchio per fare le facce buffe
- Mio fratello che, quando mi chiama “maca” (“amore”), io rispondo sempre
- Correre con le gambe che vanno dappertutto
- Posso andare a dormire senza ciuccio, senza lucina, senza Paperino. Ma mai senza bacio della buona notte.
- Ieri, mentre saltavo e giocavo a mettere il piede in bocca, mi è scappata la cacca. Papà si è accorto che mi ero nascosto e mamma mi ha abbracciato. Ecco, quando la faccio fuori dal vaso, voglio sempre essere trovato.
La foto è tratta dal libro “Il coraggio di essere coraggiosi” di Domenico Barillà ed Emanuela Bussolati (Carthusia)
No Comments