Che io sia allergica alle mimose, non so cosa voglia dire. Lo sono in modo terribile, eppure le trovo bellissime. Forse il simbolo di una giornata tanto criticata quanto necessaria. C’è poco da festeggiare, a guardarci attorno. Eppure tanto, guardando al passato. Ancora sulle scatole dei giocattoli vediamo scienziati e infermiere però sappiamo che possiamo essere ciò che vogliamo. Con tanta più fatica degli uomini, è vero, specie se abbiamo la pretesa di essere lavoratrici e madri insieme. Però possiamo.
In questa altalena perenne tra allergia e bellezza, vorrei evitare la retorica quanto la polemica. Mi piacerebbe restare nel regno delle possibilità. Non siamo nate dal fianco dell’uomo per essere protette e amate, non siamo evolute come primati che stavano in caverna ad aspettare. Non abbiamo nulla da aspettare, nulla da ricevere. Abbiamo solo da lavorare per ottenere possibilità. Di fare, di essere. Di diventare. Perché se proprio dobbiamo proteggerci, facciamolo anche da noi stesse che siamo sempre in prima fila tra i nemici delle donne. Perché possiamo essere scienziate e infermiere in tutto quello che facciamo, se abbiamo idee e ne abbiamo cura.
Mi piacerebbe ricordare che spesso vorremmo vivere come un uomo e altrettanto spesso ciò che più amiamo in lui è il suo lato femminile, quello che gli dà il coraggio della forza e il coraggio del pianto.
Mi piacerebbe nuotare nel mare di storie di donne che sto intervistando, le cui voci impastate di rabbia, dolore, materna dolcezza, risuonano nei miei giorni e nelle mie notti. Un mare di voci che sanno essere tempesta e quiete insieme. E grido, e silenzio. Ed eco.
Mi piacerebbe restare nel presente che oggi è importante per la nostra grande famiglia. Anna, la piccola battagliera, a soli nove mesi ha affrontato il suo quarto intervento chirurgico. È stata già più forte di tante donne e tanti uomini, figuriamoci cosa potrà diventare. Nelle stesse ore, è nato Giovanni che nel suo nome porta una storia di ricordi segreti e sulla sua pelle un vento fresco di mille primavere. Auguri a loro, auguri a tutte le piccole donne e i piccoli uomini. Le vostre mimose ci causeranno reazioni, a volte, ma sono certa saranno le più belle che avremo mai visto. E auguri a noi perché quei fiori gialli, e soffici di vita, che un giorno darete e riceverete saranno quelli che stiamo seminando noi.
L’immagine è di Burabacio
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