Ogni mattina ci salutiamo con un abbraccio. Poi ci sono le mattine che ci svegliamo e io gli dico: Perché non mi ami più? E lui sa che ho fatto un incubo.
Perché al risveglio ricordo esattamente con chi mi tradiva nel sogno, in quale occasione, contesto, quando, dove perché, misure e codice fiscale della bastarda.
Lui sbaglia sempre. Soprattutto quando mi chiede: cosa facevo?
Cosa facevo??? Ma che vuoi, suggerimenti? Pessima risposta per una che già ti odia perché non è certo colpa mia se i sogni sono così dettagliati e sadici.
Sono sempre stata gelosa, e l’ho sempre ammesso. Mi analizzo anche. Per esempio sono arrivata alla conclusione che la mia non è gelosia da possesso ma da insicurezza. Prendermi in giro è puntualmente una buona soluzione. Per questo ho istituito una efficace metodologia di sondaggio tra gli amici, quando mi capita di fare sogni in cui mi tradisce.
Ho sognato che mi tradiva e gliel’ho appena raccontato. Cos’ha risposto lui:
A. Mi spiace, amore. Sai che non lo farei mai!
B. Ti capisco, anche io sono di pessimo umore quando faccio un incubo del genere
C. Chi era? La conosco?
È sempre la C. Loro lo sanno. La C di Cazzo ridete??? Io ci sto male!
La notte scorsa ho sognato che mi tradiva con una Bruna-capelli perfetti-tette grosse-10 anni di meno. E mi lasciava per andare a vivere con lei. Ricordo esattamente il senso di disperazione. Angoscia e disperazione.
E ricordo che mentre lui andava via nell’indifferenza, al limite dello strafottente, io piangevo. E piangevo ripetendo: Dovevamo ridere di noi anche a 70 anni…
Ho pensato di doverlo scrivere questo incubo che conteneva in sé un piccolo grande sogno. Che mi pare di aver scovato bellezza in quella disperazione. La nostra, ovvero, ridere. Con 10, 20, 50 anni di più. Ridere di noi.
L’immagine è tratta dall’albo illustrato “Allegria gelosia. Per piccino che tu sia” di Lucia Scuderi (Fatatrac)
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