Nomen omen, dicevano gli antichi per dirci che se il nonno si chiama così è perché per definizione ti deve contraddire.
Certo, i loro no non nascono per caso o per principio. No-no, loro ti contraddicono perché sanno. Sanno tutto proprio nel momento in cui tu non sai niente. Nemmeno chi sei. Genitore? Eri figlio fino a un travaglio fa. Il cambio, il ruttino, la nanna, la pappa, i primi passi. Non intendo quelli del piccolo. Intendo il tuo cambio di vita, ciò che non digerisci, il bisogno di dormire, di mangiare, i tuoi primi passi da mamma, da papà. Da nonno.
Sì da nonno, perché ciò che è nuovo per te è nuovo anche per loro. Che provano a rivivere ciò che è stato e ancora non sanno quanto sarà diverso. E bellissimo. Così bello che da quando sono nonni, diciamolo, tu non conti un cazzo. Ti amano, certo, come potrebbero non amarti? Gli hai dato un nipote meraviglioso!
Mia nonna Fina, della quale non porto il nome per grazia di mia madre (mentre lei si opponeva: Se non Serafina allora Onofria), ci amava nelle polpettine. Piccolissime polpettine, minuti dettagli di una pasta al forno epica. Assaggiava nel cucinino per digiunare a tavola. Era domenica. Mio nonno Guglielmo era il nonno per antonomasia: complicità, giochi e coccole. Di mia nonna Anna non ricordo il sorriso, di lei conservo alluce valgo e semplicità. E l’immagine di un enorme vaso di caramelle, tenerezza che concedeva ai nipoti, e a se stessa. Mio nonno Matteo vedeva in me la piccola figlia della sua figlia piccola. Dei suoi pizzichi sento ancora il dolore e l’amore.
Chissà come sarebbe stato nonno Angelo con i nostri figli? Nonno Giuseppe ce lo possiamo immaginare. Lui era il nonno degli abbracci, dello sguardo buono e della risata inconfondibile. Nonno Angelo, lui amava nelle foto. Avremmo avuto sguardi bellissimi sui nostri bambini. Si dice che i nonni proteggano anche da lassù, noi certamente proteggiamo il loro ricordo.
Nonna Tina è la tradizione, il racconto e il dolcino a fine pasto. Nonna Cia prepara i biscotti e le granite, dolcezze per ogni stagione. L’una fa aeroplani e barchette di carta, l’altra si stende a terra per giocare. Poi c’è Totò, con la pancia per farli addormentare e le storie di Tippi per farli mangiare. E dirci che non è il sangue a fare un nonno. E che questi nonni che dai bambini ricevono vita nuova, ai bambini donano. Questi nonni che proteggono sulla terra, con qualcosa di celeste.
No Comments