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Cosa dice mamma, Cosa fa il mondo

Astensione fa rima con ciaone

Come da tradizione, mio marito e io siamo andati a votare con i bambini. Sulla strada, spiegavo loro cosa stessimo per fare e mi sono lanciata in un entusiastico canto: Andiamo a votare! Davide si è presto unito al coro: Andiamo a nuotare! Andiamo a nuotare! Allora sì, pensavo, facciamola questa bracciata, tutti a nuotare sì. Assieme a noi, i piccoli hanno presentato il documento e hanno inserito la scheda nell’urna, mano nella mano. Votare è un po’ questo. Presentarsi e dare il proprio contributo. Insieme.

Ma non siamo abituati, in questo Paese fatto di gente che preferisce stare nell’ombra e lasciare che le cose accadano. Salvo lamentarsi, naturalmente. Guai a chi calpesta i nostri diritti ma figurarsi se ci scomodiamo a esercitarli. Guai a chi ci ricorda i nostri doveri, oh noi siamo stanchi. Già dobbiamo sopportare questi politici che guadagnano un sacco alle nostre spalle. Non val neanche la pena votarli, tanto sono tutti uguali. Quante volte ho sentito questa frase, sono tutti uguali. Il nostro più grande problema, mi viene da pensare stamattina, non è manco l’astensione. È l’assuefazione.

Peggio del male, c’è la rassegnazione a esso. Come fosse una cosa normale, dinanzi alla quale non agire perché non ne vale la pena. Ieri ero seduta su una panchina dell’incantevole Lungomare di Bari e avevo davanti a me quattro meraviglie in cui tutti i giorni io mi specchio: mio marito, i miei figli, e il mare. Il punto è sempre lì. Guardarsi allo specchio.

Lo specchio di questo 32% è un membro della segreteria Pd che scrive su un social network “Ciaone”. Ciaone? Dai. Siamo seri. Qua ci prendono per il culo e noi glielo lasciamo fare. Almeno quando Berlusconi ci diede dei coglioni, ci facemmo le magliette. Le offese che finiscono in –one vanno alla grande. Pure Brunetta ci diede dei bamboccioni. Mi astengo per una volta, e non dico qual è la parola più usata qui in Puglia. No vabbè, non ce la faccio. È trimone. Fa un sacco ridere tutti i miei amici che non sono di queste parti. E a sto giro rido pure io perché l’autore del tweet era Carbone.

Ciaone, coglione, bamboccione, trimone. Chiamateci come volete. Noi siamo persone. Col diritto di pensarla ognuno a suo modo, e col dovere di dirlo. O avranno ragione loro. Sono tutti uguali. E noi pure.

Io oggi esco, vado al mare e mi specchio.

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