Oggi sono “quattio”. Come dici tu, con la tua erre che tutto è fuorché moscia. È nascondina, è buffa, è fascinosa. Ti somiglia. E un po’ mi dispiace al pensiero che la perderai: per questo, confesso, non te la correggo mai. Per il resto, parli benissimo, se è per questo scrivi pure. Scrivi pagine bellissime.
Quelle piene di risate, di vitalità, di allegria. Ci ha sempre stupito come uno scricciolo come te possa contenere tanto carattere esplosivo. Di una bomba hai il rumore, l’inatteso e la trasformazione. Fai chiasso come pochi, agli strilli della tua nascita sono seguiti quelli quotidiani, non so da chi tu abbia preso ma urli pure quando parli normalmente. Sei sorprendente, nel bene e nel male. Così scaltro, così tenero. E non c’è nessuno che non sia colpito dal tuo passaggio.
Una volta ti sei fatto sentire anche in aereo. Dov’è Davide? È in bagno, amore. Ah, non è sceso? Giusto il tempo di una risata che, guardando il finestrino, hai esclamato: L’aereo sta precipitandoooo. Ridendo. Non ho avuto il coraggio di guardare i passeggeri dietro di te. Stare tra le nuvole ti piace. Spesso ti parliamo e tu non rispondi perché sei nel tuo mondo. Giochi, canti, canti sempre. E ci vuole un po’ prima che torni nel mondo reale. Spesso ti parliamo e non rispondi perché sei uno stronzo. Ops, scusa. Perché sei in piena adolescenza precoce.
Tutto è no, questo da sempre. Tutto è ribellione, contestazione, opposizione. Come i tuoi capelli pieni di vortici, così sei tu. Nonostante tutti i miei sforzi per insegnarvi la parità di genere, qualche tempo fa hai fatto un capriccio per cambiare automobilina: Non voglio Cruz perché è femmina e a me piacciono solo le fidanzate e i maschi! Ma va! Ti ho risposto… E io allora? Ci hai pensato su, lo fai sempre: … e le mamme! Amiamo quel tuo broncio speciale: pure arrabbiatissimi, ci strappa una risata. È ciò che più ti identifica.
L’anno scorso ho provato a dirti cosa fosse l’amore per me. Quest’anno l’hai fatto tu. Te l’avevo chiesto in presenza di tante persone e così hai fatto ciò che tu e Davide fate sempre quando siete in difficoltà: vi guardate attorno in cerca di una risposta. C’era un acquario nella stanza e la risposta è stata: L’amore è quando un papà dona un pesce a una mamma! Se dovessi davvero immaginarti adolescente, ti penserei così, come il matto della compagnia, quello che quando manca si avverte. Quello che, quando c’è, è un’altra musica. Tu fai la differenza, questa è la verità. E questo è il mio augurio.
La musica. Mi piace che ti piaccia. Da alcuni pezzi cantautorali al rock a un certo gusto tamarro. Ultimamente sei in fissa con “Pezzo di me”. Non solo sei ovviamente ignaro dell’allusione ma sei convinto che sia “la canzone di Pezzettino”. Solo tu potevi unire il profano di Levante col sacro di Lionni. E mi fa sorridere che in tanti oggi mi abbiano mandato gli auguri per te scrivendo: Buon compleanno, pezzettino. E così che ti chiamiamo, scricciolo mio. Il mio pezzo di me. Con amore, e con allusione.
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