Tra un titolo su George Michael e uno su Virginia Raggi (che francamente trovo più triste la fine della seconda) leggo di continuo notizie tipo: Anche gli uomini hanno il ciclo. Lo dice la scienza. Penna e taccuino battono il computer. Lo dice la scienza. I bambini prendono l’intelligenza dalla mamma. Lo dice la scienza.
Cosa dice mamma
Da grande farò l’astronauta, io la veterinaria, io la stilista. In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, lo spot Rai ci presenta una carrellata di bambine alle prese con le loro aspettative future. Da grande finirò in ospedale – dice l’ultima – perché mio marito mi picchia. Ora, lasciamo stare le contestazioni, e anche l’eventuale offesa o efficacia di questa comunicazione. Una bambina dichiara il suo futuro. Chi l’ha deciso quel futuro?
L’altra sera, mentre gli mettevo il pigiama, Claudio ha recitato la sua prima poesia imparata all’asilo. Alla fine di ogni verso, un sospiro di gioia e d’orgoglio. Davide l’ha ascoltato con me, e poi ha continuato a giocare. Abbiamo fatto l’ultima pipì, lavato i denti, letto un libro prima della nanna, coccole e bacio della buona notte. Dimmi, terra, vorrei sapere se anche un bambino prima di essere frutto è stato un semino… ha iniziato a recitare a voce bassa. Eccola, la poesia di Davide.
Da dieci giorni è morto Leonard Cohen la cui vita ricorda alla mia quanto può essere sensuale una voce e profonda una musica, e che in tanta profondità possono coesistere poesia, eleganza, preghiera. Mi ricorda un amico che lo ama e un figlio che non lo conosce ma lo riconosce in una canzone. Mi ricorda De Andrè e mi ricorda un verso su tutti: C’è una crepa in ogni cosa ed è così che entra la luce.
Cosa sarà che ci fa ricordare cose di quando eravamo piccoli, ricordi anche sfocati nei fatti ma nitidissimi nelle sensazioni… Come quando viene a trovarci la prima baby sitter dei bambini, è festa per tutti perché nel tempo è divenuta parte della famiglia, ma l’effetto che ha sui bambini è incredibile. Ormai lo chiamiamo Effetto Giorgia, quel misto di eccitazione e pazza gioia che se non fosse così bello chiameremmo l’esorcista.
Oggi sono nove anni che mio padre ha smesso di farci foto da quaggiù. Sono andata al cimitero dove mancavo da un po’ perché in genere è in altri posti che mi piace trovarlo, e come sempre ho portato tre girasoli da far impazzire di luce accanto al suo nome. “Erriquez Angelo” recita la lapide.
Prima il cognome e poi il nome per uno di quegli errori che poi benedici.
Quando vieni inserita nella chat delle mamme di scuola, tutte ci si presenta: Ciao, sono Alessandra la mamma di Davide. Ciao, Alessandra e così via per venti messaggi almeno, ti spaventi un po’ perché ti sembra troppo vicino a un incontro di alcolisti anonimi. Poi scopri che è peggio. Se vuoi, sei libero di assumere alcol, per carità, e puoi farlo a tutte le ore perché in effetti è tutte le ore il momento della giornata in cui la chat trova il suo picco.
Fertility day, la campagna per giovani creativi e donne prestigiose
Ho un amico carissimo che, ben prima di diventare psicologo e consulente sessuologo, ha preso l’abitudine di interrogare la sua cerchia di conoscenze con apprensione e sollecitudine: Faceste, ieri? Ridiamo ogni volta. La verità è che sa scherzare sul sesso con la leggerezza che conviene a una cosa seria. Ora, chi se l’aspettava che la stessa domanda me la ponesse il ministro della Salute? E con tanta meno grazia di quello scherzo tra amici!