L’altra sera mi sono stesa in mezzo ai miei bambini. Ho voluto fare loro questo regalo. Che ovviamente era per me. E mentre eravamo lì, corpo a corpo, con gli occhi chiusi a sognare senza dormire, Davide si è messo seduto.
Cosa fa il mondo
No ma questo non si può mancare, è l’ultimo! Gli avrei dato pure ragione se non fossero oltre 10 anni che lo dice, tutte le volte, compresa l’improvvisata del 2004, quando Vasco, quel cornuto, annunciò il suo ritiro dalle scene e si regalò un mega evento a Germaneto. Marco e Angelo, il Naso e il Negro, si fecero 400 km per esserci.
Era un pomeriggio come un altro quando la notizia è apparsa sulla mia bacheca Facebook. Io non conoscevo questo ragazzo ma molti miei amici sì. Così ho vissuto in diretta la loro agitazione. È morto? Che cazzo dici? Ditemi che non è vero. Era chiaro quanto fosse vero, nessuno si sognerebbe di scherzare su un amico di 33 anni che muore. Io non lo conoscevo eppure ho vissuto un pezzetto di quell’angoscia incredula. Passata l’incredulità, l’angoscia è rimasta.
Da grande farò l’astronauta, io la veterinaria, io la stilista. In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, lo spot Rai ci presenta una carrellata di bambine alle prese con le loro aspettative future. Da grande finirò in ospedale – dice l’ultima – perché mio marito mi picchia. Ora, lasciamo stare le contestazioni, e anche l’eventuale offesa o efficacia di questa comunicazione. Una bambina dichiara il suo futuro. Chi l’ha deciso quel futuro?
Da dieci giorni è morto Leonard Cohen la cui vita ricorda alla mia quanto può essere sensuale una voce e profonda una musica, e che in tanta profondità possono coesistere poesia, eleganza, preghiera. Mi ricorda un amico che lo ama e un figlio che non lo conosce ma lo riconosce in una canzone. Mi ricorda De Andrè e mi ricorda un verso su tutti: C’è una crepa in ogni cosa ed è così che entra la luce.
Quando vieni inserita nella chat delle mamme di scuola, tutte ci si presenta: Ciao, sono Alessandra la mamma di Davide. Ciao, Alessandra e così via per venti messaggi almeno, ti spaventi un po’ perché ti sembra troppo vicino a un incontro di alcolisti anonimi. Poi scopri che è peggio. Se vuoi, sei libero di assumere alcol, per carità, e puoi farlo a tutte le ore perché in effetti è tutte le ore il momento della giornata in cui la chat trova il suo picco.
Fertility day, la campagna per giovani creativi e donne prestigiose
Ho un amico carissimo che, ben prima di diventare psicologo e consulente sessuologo, ha preso l’abitudine di interrogare la sua cerchia di conoscenze con apprensione e sollecitudine: Faceste, ieri? Ridiamo ogni volta. La verità è che sa scherzare sul sesso con la leggerezza che conviene a una cosa seria. Ora, chi se l’aspettava che la stessa domanda me la ponesse il ministro della Salute? E con tanta meno grazia di quello scherzo tra amici!
Ai cattivi maestri
Chissà se un giorno provaste orgoglio nel guardarvi allo specchio e pensare: sono un maestro. Chissà se un giorno vedevate nel vostro lavoro non solo fatica ma anche un privilegio, quello di seguire, accompagnare, guidare. Mostrare ai bambini un mondo nuovo fatto di libri, di banchi, di colori, ma soprattutto, come sempre, di persone. Voi siete le prime persone.