Come da tradizione, mio marito e io siamo andati a votare con i bambini. Sulla strada, spiegavo loro cosa stessimo per fare e mi sono lanciata in un entusiastico canto: Andiamo a votare! Davide si è presto unito al coro: Andiamo a nuotare! Andiamo a nuotare! Allora sì, pensavo, facciamola questa bracciata, tutti a nuotare sì.
Sai, Matteo, mi permetto di chiamarti per nome perché in fondo il tuo pensiero è quello di tanti nomi di cui non abbiamo visto foto in giro oggi. Sai, dicevo, che quello a Bruxelles è stato il nostro primo vero viaggio di famiglia. Noi e i nostri piccoli, il loro primo aereo, la prima volta in metro, il primo camminare in una città del mondo che non fosse il loro mondo.
A casa mia sono quello pitto pitto pitto. Anche mio fratello è pitto, però è un po’ più grande, lui ha spento tre candeline, io uno-due. Lui è mio amico, il mio Jerry quando faccio Tom, il mio Jake pirata quando ho paura del coccodrillo, la mia gru quando cado e la mia torcia quando va via la luce.
Spoil alert: non sto entrando nel merito, astenersi depositari di rabbie represse da sfogare via internet.
Dinanzi alle discussioni su utero in affitto, adozioni da parte di coppie omosessuali, vaccinazioni, giusto per citare le tematiche più dibattute negli ultimi tempi, c’è qualcosa che mi scuote tutte le volte. L’assoluta certezza, la cieca convinzione di taluni. Ma un dubbio non vi viene mai?
Non avrai il fascino di Tom Cruise, non avrai le sue mogli, non avrai il suo conto in banca, ma quando in tv passeranno Codice d’onore tu saprai recitare la scena clou con la stessa intensità attoriale, incazzato come un toro e con l’eccitazione di chi ha il trionfo della verità a un passo:
Vorrei tenerti sempre così, stretto tra le mie braccia e questo istante. Con le forze tutte concentrate in un abbraccio. Senza pesi, senza pensieri, senza responsabilità. Guardami, siamo vicini, siamo alla stessa altezza, io non sono nulla più di te e certo non sono nulla senza te. Semplicemente non sarei, senza te.
